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Giorgio Liguori

Perchè questo sito?

Era necessario dedicare un sito a Giorgio Liguori (1922-1970), medico e politico democristiano scomparso da quattro decenni, nato a Montegiordano, comune dell’Alto Ionio calabrese? La risposta non può che essere colta nella sua biografia curata dal figlio Riccardo.
«Tracciare la vita di Giorgio Liguori – evidenzia l’autore – non è solo consegnare ai posteri una memoria storica di un uomo sul quale molte persone riposero le proprie speranze per un futuro migliore nella terra di Montegiordano, dell’Alto Ionio e della Calabria. Una terra all’epoca molto depressa ed oggi meno, ma alle prese con uno sviluppo sociale, economico e culturale alquanto rallentato. Lasciare una traccia di ciò che rappresentò Liguori a livello umano e politico, significa contribuire a tenere viva la memoria stessa del suo contesto storico-ambientale della metà anni Cinquanta-inizio decennio anni Settanta. Periodo che coincide – prosegue l’autore – con eventi che caratterizzano non poco la storia contemporanea della Calabria: l’emigrazione, il boom economico seppur minore rispetto ad altre aree del Paese, l’avvio di cantieri di opere pubbliche primarie per una concreta politica di sviluppo delle zone più arretrate e povere, la creazione di nuove opportunità per l’occupazione giovanile, la nascita della Regione, ma anche di lotte sociali e politiche non tanto ideologiche ma di “campanile”. Lotte che in alcune circostanze divennero molto aspre, contro le istituzioni democratiche centrali e periferiche, fomentate non sempre dall’azione spontanea dei ceti meno abbienti, ma dall’“antistato calabrese”. Non possiamo dimenticare i tragici moti di rivolta per Reggio capoluogo regionale, che culminarono con scontri armati e tanto spargimento di sangue».
Giorgio Liguori ed altri uomini, spesso semplici professionisti dalle modeste origini prestati alla politica, definita da papa Paolo VI “la più alta forma di carità”, cercarono con la propria azione di mettersi al servizio della popolazione, in particolare di quella più indifesa e che viveva in una condizione di vera miseria umana e materiale. L’Alto Ionio calabrese, terra di confine, terra di “nessuno”, assai distante dal capoluogo di provincia (centro decisionale e del potere politico-istituzionale), anche a causa delle scarse vie di comunicazione dell’epoca, era una delle zone più depresse della regione. Liguori, poco più che trentenne, capì che oltre ad esercitare la professione di medico condotto doveva fare qualcosa di più per sollevare le misere sorti della gente della sua terra. Decise di impegnarsi in politica, sentita come una missione, partendo dal “basso”, organizzando nella sua Montegiordano di metà anni Cinquanta il partito della Democrazia Cristiana con una sezione comunale, della quale fu segretario per nove anni (1956-1965). Nel contempo allacciò rapporti di amicizia e politici prima con il leader storico democristiano calabrese Gennaro Cassiani, e poi con l’emergente giovane parlamentare cosentino Dario Antoniozzi, del quale divenne uno dei più stretti collaboratori. Con il sostegno prezioso di Antoniozzi, riuscì ad avviare negli anni Sessanta diversi progetti sia a favore dello sviluppo agricolo, industriale e turistico che per la realizzazione delle infrastrutture primarie dell’Alto Ionio. Alcuni di questi, con la sua morte, non sono stati più attuati e sono ancora oggi molto attuali. Questo aspetto fa comprendere il perché sia giusto tenere viva la memoria di quest’uomo, che rappresenta un’idea e un progetto di sviluppo sociale e culturale e di benessere economico comunitario che va ben oltre la sua figura.
Il politico montegiordanese si fece carico delle istanze delle popolazioni della sua terra prima nel partito della Dc, entrando a far parte del Comitato provinciale di Cosenza a partire dal 1959, divenendo co-segretario e dirigente organizzativo dal 1964 al 1967 e più volte eletto delegato ai Congressi nazionali (Firenze 1959, Roma 1964 e 1969, Milano 1967) poi nelle istituzioni locali come consigliere ed assessore provinciale di Cosenza dal 1960 al 1970. Entrò a far parte nel 1962, in qualità di assessore al personale, della prima storica Giunta provinciale di centro-sinistra (Dc-Psi) del Meridione d’Italia presieduta da Antonio Guarisci, altra autorevole figura della Dc calabrese, protagonista di assoluto rilievo nel panorama politico meridionale con «una visione illuministica del governare», uomo di grande cultura (www.fondazioneguarasci.com). Liguori, nel 1963, visse un’esperienza significativa: il viaggio negli USA in occasione del III Congresso Italiano di Medicina Forense, che si tenne a New York e a Washington.
Per otto anni Liguori ricoprì l’incarico di assessore provinciale, portando a termine uno dei suoi traguardi più significativi: il varo della nuova “Pianta organica” della Provincia di Cosenza (l’ultima risaliva al 1949), approvata all’unanimità dal Consiglio provinciale: un’impresa non facile in un’epoca caratterizzata da forti scontri ideologici. Altro impegno non secondario fu quello del rilancio e sviluppo della Comunità montana del “Ferro e Sparviere”, oggi “Alto Ionio”, e della nascita del locale Consorzio di bonifica. Svolse una propositiva azione in qualità di componente del Consiglio generale e del Direttivo del Consorzio del Nucleo di sviluppo industriale di Sibari, contribuendo all’avvio della realizzazione del Porto di “Sibari” a Corigliano Calabro. Fu il principale promotore, nel 1967, dell’atteso convegno economico Dc di Amendolara “Per lo sviluppo dell’Alto Ionio”, che vide la partecipazione di validi esperti e di diversi politici calabresi. Per dare un serio input allo sviluppo socio-economico del territorio tra le due fertili pianure di Sibari e Metaponto, Liguori, in quell’assise, propose di dotare i centri costieri di nuove infrastrutture di comunicazione non solo terrestri, ma marittime con la creazione di “porticcioli”, le odierne darsene che restano ancora sulla carta. Puntò tutto sul “binomio agricoltura-turismo” quando la prima Giunta Guarisci varò dei progetti per la realizzazione o il potenziamento di servizi per lo sviluppo di questo settore, come i lungomari (Montegiordano, Paola, Roseto Capo Spulico, Trebisacce…), le strade provinciali ed interpoderali, gli acquedotti comunali e rurali… . Inoltre, seguì diversi progetti dell’Opera per la valorizzazione della Sila. Fu anche attivo animatore delle Acli calabresi, organizzando circoli territoriali e promuovendo iniziative culturali e sportive fra i giovani aclisti; soprattutto riuscì a dare vita a diverse cooperative agricole nell’Alto Ionio, grazie anche al suo ruolo di membro del Collegio dei probiviri del Consorzio aclista per le cooperative. Al suo impegno si deve l’avvio della realizzazione di una Cantina sociale con annesso magazzino ortofrutticolo a Rocca Imperiale e di un salumificio a Montegiordano. Quest’ultimo è stato terminato dopo la sua morte, la cui gestione fu affidata ad una cooperativa, che, a causa di fattori esterni ad essa, non riuscì mai ad avviare il ciclo produttivo. Ben presto il salumificio divenne una delle tante “cattedrali nel deserto” del Meridione d’Italia.
Dopo l’esperienza di candidato alla Camera dei Deputati nel 1968, vissuta come servizio al partito (raccolse 19mila voti personali in tutta la regione), nel 1970 venne eletto al Consiglio regionale della Calabria, risultando tra i più votati dei quaranta consiglieri della Prima Legislatura, ottenendo la fiducia di oltre 11mila elettori della provincia di Cosenza. Entrò a far parte della Commissione consiliare per lo Statuto e a sei mesi dall’insediamento del Consiglio regionale, mentre si stava recando alla seduta del 21 dicembre, perì in un tragico incidente sulla A3. Il suo corpo fu trovato dopo più di 24 ore dalla scomparsa sotto un viadotto poco distante dalla sua auto. La sua morte improvvisa, a soli 48 anni, provocò un grande vuoto tra quanti lo conobbero riponendo in lui le proprie speranze di una vita migliore, di un riscatto sociale avviato. Se fosse rimasto in vita quel riscatto del ceto meno abbiente, forse, si sarebbe compiuto perché a detta di molti suoi contemporanei, amici ed avversari politici, era un uomo che credeva nelle proprie scelte ed azioni battendosi fino in fondo per portarle a compimento, doveva onorare la fiducia degli elettori.
Questo sito va oltre la figura di Liguori nel renderla attuale, dando notizie culturali, politiche, religiose e sociali che in qualche modo si rispecchiano nella sua azione e testimonianza di uomo, di cristiano e di politico.
Interessanti sono le rubriche di attualità che vengono offerte dal sito, oltre a quella delle “News”: “Dati elettorali dei Comuni dell’Alto Ionio e del contesto generale della Calabria e nazionale” relativi alle elezioni Europee (dal 1979), Politiche-Camera (dal 1948) e Regionali (dal 1970); “Convegni ed eventi”; “Rassegna stampa di ieri, di oggi…”. Mentre la rubrica “I primi quaranta consiglieri regionali della Calabria” è di interesse storico-politico. Le rubriche “Pubblicazioni con idee e programmi…” e  “Documenti e frammenti…” sono fonti integranti della “Biografia di un medico e politico…”. Anche la rubrica “L’Alto Ionio calabrese in breve” con i suoi “Cenni geografici e sociali, religiosi e storici”, contribuisce a definire ancor più l’azione di Giorgio Liguori.

La Redazione