Montegiordano

Particolare dell'affresco di epoca bizantina raffigurante la Madonna col Bambino nella Chiesa dell'Annunziata in Amendolara (sec. IX)

L'Alto Ionio calabrese in breve

1. Cenni geografici e sociali
2. Cenni religiosi
3. Cenni storici
4. Andamento demografico

2. Cenni religiosi

Prima di addentrarci, seppur brevemente, nella storia delle popolazioni dell’Alto Ionio, non possiamo non soffermarci sulla loro radicata fede cristiana, che risente dell’influsso dell’antica cultura orientale, che faceva riporre la fiducia di guida e di difesa dei popoli nella divinità. La presenza paleocristiana è molto indiziaria, mentre tracce consistenti ed importanti di comunità cristiane nell’Alto Ionio risalgono alla “prima” dominazione bizantina di questo territorio, che presto cadde in mano longobarda (fine secolo VI) per poi ritornare sotto il potere dei bizantini nell’anno 885, partecipando «all’epopea della splendida civiltà di Bisanzio e all’ellenizzazione della sua cultura». Basti pensare ai diversi monasteri ed edifici bizantini edificati un po’ ovunque, i cui resti e testimonianze sono giunti fino a noi, presenti in diversi comuni dell’Alto Ionio: Alessandria, Amendolara, Castroregio, Cerchiara, Francavilla, Nocara e Oriolo (sede del funzionario di Bisanzio). I monasteri, oltre a promuovere attività religiose e culturali, organizzavano attività agricole. Dal VII all’XI secolo, come in tutta la Calabria, la religione cristiana era largamente diffusa e custodita da monaci greci o bizantini, «impropriamente detti basiliani, i quali abitarono in tutte le sue valli, nei recessi più impervi, nei monti e nelle grotte…». Con la dominazione dei normanni del Meridione d’Italia, che subentrò a quella bizantina, i monasteri basiliani andarono in decadenza e, nel contempo, si assistette alla nascita di centri di culto legati alla Chiesa di Roma.
All’inizio del secondo millennio la fede cristiana si radicò ulteriormente in questa remota contrada, terra di confine anche dal punto di vista ecclesiale: le parrocchie dei centri abitati dell’Alto Ionio non facevano parte di una diocesi ma di due: Cassano Allo Ionio e Anglona-Tursi (oggi Tursi-Lagonegro). Solo da quando i confini della Regione ecclesiastica sono coincisi con quelli civili, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, tutte le parrocchie dell’Alto Ionio sono entrate a far parte della Diocesi di Cassano Allo Ionio.
La testimonianza odierna della radicata fede cristiana delle popolazioni dell’Alto Ionio sono i numerosi ed antichi luoghi di culto eretti a partire dai primi secoli del secondo millennio: dalle chiese madri in ogni centro abitato alle innumerevoli cappelle campestri, ma soprattutto ai santuari mariani, meta di migliaia di pellegrini, in particolare quelli della Madonna degli “Infermi” di Francavilla Marittima e della Madonna delle “Armi” di Cerchiara di Calabria. Quest’ultimo si trova ad oltre 1000 metri s.l.m., arroccato sul monte Séllaro (1.439 m.), un luogo salutare per l’anima e per il corpo dato dall’intreccio tra l’intensa spiritualità che custodiscono le pietre del santuario, risalente al XV secolo, e la meravigliosa natura circostante. E’ il “Monte Sacro” dell’Alto Ionio, dove la montagna ha sempre per l’uomo il fascino misterioso del sacro nell’avvicinarsi a Dio. E’ suggestivo quasi come il Monte Athos nella Grecia settentrionale, dove vi dimorano i monaci ortodossi dalla fine del V secolo. Dal santuario è possibile ammirare un panorama unico, da mozzafiato, nel vedere dall’alto l’interezza della piana e del golfo di Sibari, la costa di Corigliano e Rossano Calabro fino a Capo Trionto e ad ovest il massiccio del Pollino e a sud-ovest la Sila Greca.

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Il santuario della Madonna delle Armi in Cerchiara
di Calabria, edificato nel XV secolo sul monte
Séllaro a più di 1000 metri sul livello del mare
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L'interno della chiesa del santuario della Madonna
delle Armi. L'altare maggiore rivestito da preziosi
marmi policromi intarsiati

La grande venerazione per la Beata Vergine Maria nell’Alto Ionio si coglie anche dalle diverse chiese parrocchiali e non, piccoli santuari e conventi che portano il suo nome: Santa Maria di Costantinopoli (Plataci), Maria Santissima della Neve (Castroregio), Madonna del Piano (Villapiana), Santa Maria Assunta (Rocca Imperiale), Beata Vergine del Rosario di Pompei (Montegiordano Marina), Santa Maria (Amendolara), Immacolata Concezione (Canna), Madonna della Nova (contrada Cesine di Rocca imperiale), Santa Maria degli Antropici (Nocara). Diverse sono le cappelle campestri dedicate alla Vergine, da quella tra le più antiche dell’Annunciazione di Maria o dell’Annunziata in Amendolara, risalente al IX secolo con affreschi di epoca bizantina, a quelle molto più recenti di dieci secoli dopo, della Madonna del Carmine e della Madonna della Pastorella nel territorio di Montegiordano.

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I Santi protettori di Plataci nella chiesa di Santa Maria
di Costantinopoli
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Affresco di epoca bizantina raffigurante
la Madonna col Bambino nella Chiesa
dell'Annunziata in Amendolara (sec. IX)

Molto viva è anche la devozione per i santi patroni, tutt’oggi portati in processione “trionfale” per le vie e le piazze principali dei paesi dell’Alto Ionio nel giorno della loro ricorrenza, che è sempre un momento di grande aggregazione. La ricorrenza del santo patrono più nota, soprattutto per il suo intreccio tra spiritualità e folklore, è quella delle “feste” di Oriolo dei Santi Giorgio martire e Francesco di Paola (22-23-24 aprile). Mentre la ricorrenza dell’anno liturgico più sentita e partecipata, vissuta con particolare intensità nei centri dell’Alto Ionio, è la Settimana Santa con la Via Crucis e la visita ai Sepolcri: non a caso la Passione, Morte e Resurrezione del Signore rappresentano il Mistero di salvezza su cui si fonda la fede cristiana, dalla quale trae origine anche la gran parte della storia e delle tradizioni delle attuali popolazioni dell’Alto Ionio.

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Il Calvario, tipico luogo di culto dei
paesi meridionali (Montegiordano)
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Particolare del campanile medioevale in stile
normanno della chiesa
di Santa Maria Assunta
(Rocca Imperiale)
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Molto radicato il culto dei santi
nell'Alto Ionio. L'uscita dalla chiesa
della processione di San Rocco
(Montegiordano)